L'incisore

L'INCISORE

Autoritratto - xilografia

LUIGI SERVOLINI 
Ferrara - "ALL'INSEGNA DEL LIBRO"
Quaderno num. 10 - 1928

    Carlo D'Aloisio da Vasto ha nell'anima la poesia della sua dolce terra d'Abruzzo, così festosa e tutta piena di colori e tutta incanto. Cosicché nelle sue opere - siano pitture, pastelli, tempere, arazzi, incisioni sul legno e sul metallo, disegni e cartelloni - si agitano sempre i fantasmi della terra natìa; e quelle marine adriatiche, quelle processioni, quei volti bronzati, quei cieli solcati da nuvole bianche svelano il suo sentimento nostalgico, sembrano fioriti non dalla sua mano, ma direttamente dal suo spirito inebriato.
    Nato a Vasto - patria dei Palizzi e dei Rossetti - una trentina di anni fa, in riva all'Adriatico azzurro e fra gli ulivi sempre verdi, Carlo D'Aloisio si dedicò all'arte fin da fanciullo e, innamoratosi della pittura, autodidatta e con la sola guida del vero, egli fece la sua prima esposizione personale a sedici anni in Castellammare Adriatico. Gli arrise la fortuna, chè vendette quasi tutti i lavori esposti e riuscì ad attirare a sé l'attenzione generale. In Ortona a mare organizzò, qualche anno dopo, in occasione di una festa giornalistica, una seconda mostra; ed anche qui ebbe successo e si guadagnò la stima di Francesco Paolo Tosti, dal quale fu molto amato.
    Un bel giorno sentì parlare d'incisione su legno e ne fu vivamente incuriosito. Ne chiese spiegazione al suo professore d'italiano e si provò a incidere anch'egli, usando alcune rotelline ritagliate dai piedi di un vecchio tavolino della sua casa. Singolare inizio, che ha dato i più lieti frutti! 
    Sono di quell'epoca (1910): una "Prima neve", un "Gregge sotto la pineta", una "Uscita di barche", una "Vela latina" e un "Natale d'Abruzzo" (che qui riproduciamo). Vi predomina la massa nera e il taglio appare assai energico. Queste composizioni piacquero e furono accolte in riviste come: "Il Romanzo dei piccoli" del Beltramelli, "La Rivista d'oggi" e "L'Attualità".     Nel 1912 fu chiamato a Napoli da alcuni industriali, per eseguire disegni per l'illustrazione e la decorazione. Egli vi andò e due anni dopo si trasferì a Roma, dove ebbe a lottare, dapprima, per vivere e dovette impiegarsi come disegnatore; finchè potè dedicarsi interamente all'Arte, che era la sua unica e autentica passione.

I Pellegrini, 1920, xilografia, 22 x 50

    Dieci anni di vero lavoro ha al suo attivo Carlo D'Aloisio da Vasto, ma questo basta per sgomentare sul serio chi della sua produzione intera volesse occuparsi. Fecondo quanto mai, questo artista si è incamminato vittoriosamente in vari rami d'arte, e per quanto scopo di questa nota sia di esaminare la sua opera di illustratore e di decoratore del libro, non possiamo tuttavia tacere del D'Aloisio pittore e creatore di originalissimi arazzi.
    La pittura, l'abbiamo detto, fu la sua prima manifestazione. Egli le ha conservato buon sapore tradizionale e si lascia volentieri incantare dai "suoi" monti, dalle "sue" vallate e dal lieve mormorio delle acque della "sua" bella Pescara. Le ore di serena malinconia e di misterioso silenzio del paesaggio abruzzese rivivono in tele saporose e in acquerelli toccati con mano abile e garbata e di un gusto pittorico squisito. Ma le sue opere, compresi anche i deliziosi e originali pannelli ammiratissimi all'ultima Biennale di Monza e altrove, mostrano in D'Aloisio da Vasto un espressivo e robusto disegnatore, soprattutto. 

    L'indole schiettamente regionalistica della sua arte l'ha portato con facilità a coltivare un genere, che ha nella sua terra buona tradizione: l'arazzo. Moderno di spirito egli ricorda, per devozione ed attaccamento alla sua tecnica, quei tenaci e bravi tessitori e artefici dell'aquilano, produttori di magnifici tappeti e di caratteristiche bisacce. Carlo D'Aloisio da Vasto eseguisce interamente il bozzetto, che viene poi sviluppato in arazzo dalle sicure mani di abili ricamatrici, sotto la direzione dell'artista medesimo. E poiché il cartone è riprodotto con esattezza sulla stoffa, così vengono curati con esattezza tutti i particolari per la migliore riuscita dell'arazzo e i toni e le ombreggiature non perdono punto di efficacia. La scelta dei soggetti, poi, costituisce il miglior pregio di queste opere, nonostante che l'esecuzione finissima non lasci nulla a desiderare. 
    Come illustratore e decoratore del libro Carlo D'Aloisio da Vasto è largamente conosciuto e apprezzato, sia perché egli ha curato in particolare questo ramo di attività, sia perché le sue disposizioni naturali gli consentono di curare cose deliziose, di eccellente gusto decorativo. Gusto che egli ha estrinsecato in monotipi, in acqueforti, in disegni a penna per libri e per riviste e, soprattutto, in xilografie. 
    Abbiamo già detto come, fin da giovanetto, la rude poesia di quest'Arte squisita avesse colpito la sua immaginazione e conquistato il suo vergine cuore. Orbene, sono ancora le vele adriatiche gonfie di vento, le mistiche processioni, i dolci idilli paesani, i gruppi di casupole arrampicate su per le colline, i suoni delle zampogne che provocano le sue più dolci visioni, da lui fermate con mano sul legno. Tutto rapito dalla sua ispirazione, egli, a volte, non ha curato neppure certe finezze di linea, ma la poesia si sprigiona ancora più fortemente da quei segni rozzi impressi nelle tavole di pero e di bosso. In certe chiare visioni paesane ci sembra di rivivere le scene delle novelle della Pescara di D'Annunzio, per tanta fantasmagoria di colori.

 

La madre, xilografia, 20 x 11 Barche in mare, xilografia - 15 x 10
La lunga attessa 11 x 18

    Nel 1918 Carlo D'Aloisio da Vasto raccolse in un album, divenuto ormai raro, dodici incisioni su legno da motivi di guerra e subito dopo compilò altre due cartelle, con legni, questa volta, che manifestano l'amore grande che egli nutre per il suo paese. Contemporaneamente si dedicava ad ornare libri e corsi di lettura per l'infanzia, editi dal Barabba, dal Mondadori, dal Paravia, dal Trevisini, dal Maffei e libri d'arte come il "Verdi" di A.Martinelli, la "Vita di F.Baracca" di M.Mascardi, "Calcutta nell'intimità" di Ceccacci, editi dallo Studio Editoriale di Genova. Per l'editore Berlutti ha illustrato ancora la collezione dei Discorsi ed ha, per altri, eseguito copertine musicali, fregi per libri di versi, testate di giornali ed infine tessere artistiche per circoli e associazioni, ex-libris per letterati, uomini di Stato, giornalisti, artisti, industriali, nonché interessanti serie di cartoline commemorative, fra cui quella bellissima per il "Centenario Francescano".

Il fattore, 1920, xilografia,- 24 x 20

    Una buona scelta di disegni ed incisioni sue di trova, pure, nelle magnifiche raccolte del maestro tipografo bolognese Cesare Ratta e, in specie, nei volumi de "Gli Adornatori del Libro in Italia".
    E' doveroso ricordare, anche che D'Aloisio è un brillante pubblicista e scrittore d'arte (1) e che presentemente compila per vari giornali speciali articoli folkloristici, che illustra inoltre con gustosi disegni.
    Crediamo inutile ripetere che ogni sua composizione rispecchia la sua anima abruzzese: lo vediamo bene dai saggi qui riprodotti, scelti fra le moltissime sue opere. Ecco una processione incisa su più legni, di forte effetto pittorico; "Scanno" e "Il Fattore", due dei suoi primi saggi xilografici, senza dubbio, pieni ugualmente di colore, se pure rivelano molte incertezze nel taglio; una grande scena di "Pellegrini d'Abruzzo" miracolosamente equilibrata nelle masse, e, infine, la nota "Uscita dalla messa"(2).

 
Il funerale - 15 x 20   Portatrice d'acqua - 9 x 11
Guardiano - 15 x 24

 

    Fra i disegni ecco una piacevole testa di bimbo, una piccola illustrazione xilografica, un fregio decorativo su motivo paesano e una bella copertina, di carattere pastorale, per l'"Emporium" di Bergamo.

Processione, xilografia - 50 x 70
    Lo spiccato gusto decorativo che ha spinto e spinge Carlo D'Aloisio da Vasto all'arte del libro, ha fatto, sviluppandosi, rivolgere l'attenzione sua anche alla negletta arte del cartellone italiano. Originali nelle trovate, nel disegno, nella disposizione dei colori sono apparsi i suoi primi saggi in questo genere : quelli per la "Fortuna", uno dei ritrovi eleganti di Montecatini, per il liquore Strega ecc. Tuttavia D'Aloisio non si fermerà al primo successo e cercherà di ridurre al minimo il gioco delle tinte e al massimo l'invenzione, perché è nel grande effetto riposto tutto lo scopo di quest'Arte, coltivata attualmente in Italia soltanto da pochi artisti eccellenti, come Sinodico, Cappiello e Dudovich.

Copertina di Terra Vergine, La rivista abbruzzese di Scienze - Lettere ed Arti diretta da Goffedro Martegiani (1926)

    Pure, in mezzo a tanto fervore di lavoro ed a tanti sorrisi di vittoria (3), Carlo D'Aloisio da Vasto non ha dimenticato mai il poema della sua fanciullezza e lo fa spesso sorridere il ricordo di quelle piccole rotelle di legno, che accolsero i primi segni del suo felice mondo interiore.

Testata interna di "Terra Vergine", La Rivista Abbruzzese (1926)
 
Testata interna di "Terra Vergine", La Rivista Abbruzzese (1926)

    L'Abruzzo gli sorride sempre nell'anima - ha detto di lui Salvatore Sibilia - i suoi fantasmi gli ridon sereni e ogni anno ritorna nelle sue valli e fra i suoi monti a ritemprare il corpo e lo spirito e a prendere nuova ispirazione alle bellezze lontane e meravigliose della sua regione.

 

Testata interna di "Terra Vergine", La Rivista Abbruzzese (1926)
 
Testata interna di "Terra Vergine", La Rivista Abbruzzese (1926)
 
Testata interna di "Terra Vergine", La Rivista Abbruzzese (1926)
(1) Fra i giornali e le riviste che hanno la sua collaborazione notiamo: Il Giornale d'Italia e il Piccolo di Roma, Il Popolo d'Italia di Milano, il Corriere d'America di New York, la Patria degli Italiani di Buenos Aires, L'Illustrazione del Popolo di Torino, Il Corriere dei Piccoli di Milano, Noi e il Mondo di Roma, Emporium di Bergamo, Plus ultra e Caras y Caretas di Buenos Aires, Rivistissima di Roma, Il Giornale di Roma, Il Balilla, La Tribuna Illustrata, Il Corrierino, Il Giornalino della Domenica, La Donna, La Casa, ecc.
(2) Pubblicata ne libro: "La Xilografia orig. In Italia" di L.Servolini. Torino, 1928, tav. 57
(3) Carlo D'Aloisio da Vasto ha partecipato con successo a molte esposizioni nazionali (Amatori e cultori di Roma, mostre di "Fiamma", di Fiuggi, di Viareggio, della Bottega d'Arte di Livorno ecc.) e internazionali (Biennale di Monza, II Esposizione Internazionale dell'incisione a Firenze ecc). Ha organizzato anche ben sette mostre personali a Roma, Napoli, in Abruzzo e Piemonte. Hanno scritto di lui, fra i tanti : Michele Biancale, Carlo Tridenti, A. Neppi, A. Lancellotti, P. Scarpa, E. Campana, G. Guida, G. Marangoni, Salvatore Sibilia.

 

Copertina de "L'Avanguardia" (1926)
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